Alunni con svantaggio socio-economico, linguistico e culturale. Interventi educatici e didattici.

In queste tipologie di BES rientrano gli alunni che in assenza di diagnosi o certificazioni mediche, mostrano difficoltà di apprendimento legate alla provenienza da un ambiente con svantaggio socioeconomico, con deprivazioni culturali o linguistiche.

In particolare per gli alunni che sperimentano difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana, per esempio alunni di origine straniera di recente immigrazione e, in specie, coloro che sono entrati nel nostro sistema scolastico nell’ultimo anno, è possibile attivare percorsi. individualizzati e personalizzati, oltre che adottare strumenti compensativi e misure dispensative (ad esempio la dispensa dalla lettura ad alta voce e le attività ove la lettura è valutata, la scrittura veloce sotto dettatura, ecc.)

In questi casi si avrà cura di monitorare l’efficacia degli interventi affinché siano messi in atto per il tempo strettamente necessario. Pertanto, a differenza delle situazioni di disturbo documentate da diagnosi, le misure dispensative, nei casi sopra richiamati, avranno carattere transitorio e attinente aspetti didattici, privilegiando strategie educative e didattiche attraverso percorsi personalizzati, più che strumenti compensativi e misure dispensative.

I docenti, curano l’inclusione dell’alunno nella classe, con particolare riguardo agli aspetti relazionali, culturali e didattici. Vengono somministrati, dai docenti della disciplina, i test di rilevazione delle competenze di italiano, di matematica e lingua straniera.

Biennalizzazione del giudizio- Valutazione finale

Il consiglio di classe può ricorrere a tale formulazione, tenendo conto degli attuali orientamenti della linguistica e della pedagogia interculturale, e, facendo riferimento alle indicazioni espresse dal MIUR nelle Linee Guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri e la Circ. min. n. 24 del 01/03/2006 che sono orientate ad una valutazione più comprensiva e diluita, in un arco di tempo più lungo, per rispettare i tempi di apprendimento/ acquisizione della lingua italiana.

La lingua per comunicare può essere appresa in un arco di tempo che può oscillare da un mese a un anno, in relazione all’età, alla lingua d’origine, all’utilizzo in ambiente extrascolastico. Per apprendere la lingua dello studio, invece, possono essere necessari alcuni anni, considerato che si tratta di competenze specifiche e rappresenta il principale ostacolo per l’apprendimento delle diverse discipline. E’ necessaria, pertanto, una programmazione mirata sui bisogni reali e sul monitoraggio dei progressi di apprendimento nella lingua italiana, acquisita via via dall’alunno straniero. Per migliorare gli aspetti relazionali, si lavorerà in piccoli gruppi, anche utilizzando la lingua straniera comunitaria. I percorsi individualizzati vanno in ogni caso calibrati sulle esigenze dell’alunno (nota min. del 22/11/2013); tali interventi vanno condivisi con la famiglia che firma il PDP e sottoscrive il patto formativo.

Il PDP deve essere sottoscritto anche dal Dirigente Scolastico, dal gruppo GLO e dal Consiglio di Classe.